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Visualizzazione dei post da maggio, 2016

La Calabria ‘sospesa’ di Profazio e Voltarelli

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Tommaso Greco “Cronaca di un incontro annunciato”: così potremmo definire il libro-cd che Peppe Voltarelli dedica al Maestro Otello Profazio, appena pubblicato dall’editore Squilibri (un editore la cui infaticabile opera di riscoperta e rilancio della musica tradizionale non potrà mai essere elogiata abbastanza e la cui serietà è visibile nella qualità di questo disco, impreziosito da opere di Anna e Rosaria Corcione, le quali compongono immagini dei due cantastorie calabresi adoperando una tecnica che è un omaggio a Mimmo Rotella). Le ragioni artistiche dell’incontro tra Profazio e Voltarelli sono spiegate benissimo nel saggio di Domenico Ferraro contenuto nelle pagine che accompagnano il disco: « ineguagliata capacità di reggere la scena da soli» (posso testimoniare direttamente che Otello Profazio ripete sempre che “Peppe è l’unico che, come lui, sa stare sul palco da solo con la chitarra”); la medesima capacità affabulatoria; l’essere entrambi «votati a raccontare di

Manifesto per la Calabria

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di Vito Teti [Vito Teti ha scritto un intervento intitolato “La Calabria se ne va”, frutto di riflessioni amare, talora sconsolate. Ma le parole dell’antropologo calabrese sono anche segno di una speranza testarda che appartiene ancora alla maggior parte dei calabresi, i quali continuano a credere che la loro terra non sia definitivamente perduta. Proprio per questo, propongo di leggere l’intervento  di Teti come un vero e proprio MANIFESTO PER LA CALABRIA che ispiri i pensieri e le azioni dei tanti calabresi di buona volontà (Tommaso Greco)]. In dieci anni la Calabria ha perso 178.923 abitanti su una popolazione residente di appena 1.976.631 persone. Dopo la Campania, che però ha un'elevata densità e diecine di città e grandi centri, la Calabria è la regione che più si svuota.  La Calabria si sfarina, si frantuma, si sgretola, diventa un deserto. Crisi demografica e nuova grande emigrazione rendono una tradizionale “terra in fuga” in “terra già fuggita”.   Gli