Mimmo Cavallo, Dalla parte delle bestie
Con l’uscita dell’ultimo disco di Mimmo Cavallo, Dalla parte delle bestie, recuperiamo un’importante produzione musicale dopo una pausa durata ben 22 anni. A troppi anni fa, infatti – con l’eccezione di cui dirò alla fine – risale l’uscita precedente a questo disco, che si intitolava L’Incantautore.
Mimmo
Cavallo – sconosciuto ai più – è un cantautore pugliese che fin dal suo inizio
discografico, con l’album Siamo
meridionali (1980), si è contraddistinto per la capacità di trattare temi
forti e poco convenzionali, primo fra tutti quello della questione meridionale,
denunciando il razzismo esistente contro il Sud Italia, oppure per il coraggio
di parlare della politica (Con chi stai?)
irridendo i servi di partito (Sono nato
medio). Perciò, Cavallo si è fin da subito messo in evidenza come un
artista fuori da ogni regola e totalmente libero nelle proprie espressioni. La
canzone Siamo meridionali è
diventata, in quegli anni, l’emblema di una ribellione (sempre possibile, ma
mai avvenuta) di un popolo che, provocatoriamente, canta: «dovete costruire le
centrali nucleari, siamo qua noi, approfittate di noi… che fate? Non ne approfittate?». Ma quella della
denuncia è una caratteristica di quasi tutte le canzoni di Mimmo Cavallo,
ricche di provocazioni e di sfottò nei confronti della politica e di una
società che non reagisce. Negli album successivi Uh, mammà (1981), Stancami
stancami musica (1982), Non voglio
essere uno spirito (1988) e L’Incantautore
(1992), lo stile del cantautore si è via via affinato, approfondendo
specialmente argomenti relativi all’emarginazione del meridione (Giù le mani) o all’Unità d’Italia (Uh, mammà). Lo stile del cantautore
pugliese è fatto di suoni ritmati, di cori, di dialetto, di frasi costruite come
scioglilingua. Non mancano certo le canzoni melodiche tipiche della tradizione
italiana e meridionale, quelle più sentimentali e dolci (Ninetta, …E aspetterò la stella, Anna Anna mia, Le donne che amano
troppo). Tutto ciò accompagnato da una partitura musicale eccellente, che spazia
tra ballate, rock, ritmi folk.
Ci
si può chiedere allora perché un cantautore come Cavallo (che peraltro ha
scritto costantemente per altri artisti come Gianni Morandi, Mariella Nava, Mia
Martini, Zucchero) faccia talora fatica a trovare una casa discografica che
pubblichi le sue canzoni, oppure come possa non avere mai un passaggio nelle
radio nazionali, anche adesso che è uscito un nuovo album. Forse perché è un
cantante che graffia, che fa male, che da fastidio?
Speriamo
che i tempi siano cambiati e che questo nuovo disco abbia la visibilità che si
merita. Il disco contiene 14 brani, più una traccia fantasma, ed è davvero un
gran bel lavoro. Ad iniziare dalla sua prima canzone che da il titolo a tutto
l’album Dalla parte delle bestie, che
invita ad essere dalla parte di chi viene considerato una nullità, bestia,
appunto. Perché è dalla parte dei perdenti che si sente Mimmo Cavallo e così,
forse, è stato spesso considerato da chi viene infastidito dalle sue critiche, anche
se ha dimostrato più volte di essere un vincente, caparbio e coerente. Anche
gli altri brani del disco trattano i temi a lui cari e che sono al fondo della sua
filosofia di vita, sia personale che artistica. Così è in canzoni come Regolare o Fuori dal vaso che invitano a non sottomettersi mai, a ragionare
con la propria testa. Pummarò mette
in luce la tragedia degli extracomunitari sfruttati per la raccolta dei pomodori,
tenuti sotto il sole cocente e costretti a rimanere piegati per tutto il
giorno. Non mancano – come sempre, nei dischi di Cavallo – la nostalgia, la
malinconia, i ricordi che qui trovano espressione nelle canzoni Ad occhi chiusi, L’altra parte di me, Basta
con le donne tailleurs e sorrisi. Come non mancano giovani Senza movente. Canzoni suonate al ritmo
del rock (e del gioco linguistico) sono invece BandiDonato e Rebellion, mentre la riconoscenza al Sud con le sue
bellezze e le sue mentalità viene cantata in La voce della Taranta, Quando incontro lei, Mare Jonio, Palummella
traccia fantasma dentro Invincibile.
Dalla parte delle
bestie convince pienamente e personalmente credo che sia
un disco da comprare ed ascoltare, come merita Mimmo Cavallo per la sua storia
e per la sua arte.
PS.
Va ricordata soltanto una cosa: l’astinenza discografica di Mimmo Cavallo era
finita, in un certo senso, nel 2011, quando aveva musicato il libro di Pino
Aprile, Terroni. Provate a pensare di
vedere un film tratto da un libro, ecco… Mimmo Cavallo è riuscito a fare un
disco tratto da un libro, senza ridursi a fare una colonna sonora, cioè una
musica di “accompagnamento”! Ha preso un libro, capitolo per capitolo, e ne
ha fatto canzone. Una cosa simile a quella che Fabrizio De Andrè aveva
realizzato con l’Antologia di Spoon River
di Edgar Lee Masters, creando Non al
denaro, non all’amore né al cielo. Vi prego, però, prima di mettermi alla
gogna e lapidarmi, per questo paragone azzardato, andate a leggere Terroni di Pino Aprile, dopo ascoltate
il disco Quando saremo fratelli uniti
di Mimmo Cavallo e poi… salvatemi!
Sergio
Caruso
Un'intervista a Mimmo Cavallo sul nuovo disco si può leggere al seguente indirizzo:
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