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I 70 anni della strage di Melissa: memoria (e lotta) per la giustizia

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Era il 29 ottobre del 1949 quando la polizia italiana sparò sui contadini che, a Melissa (come in molti altri paesi della Calabria) reclamavano l'applicazione dei decreti Gullo per la redistribuzione delle terre incolte. Rimasero uccisi Francesco Nigro, di 29 anni, Giovanni Zito, di 15, Angelina Mauro, di 23. I loro nomi rimangono scolpiti nella memoria di quanti hanno a cuore l'emancipazione degli 'ultimi', ma rimangono soprattutto per ricordarci che -- sia allora, che oggi -- la Calabria, come tutto il Sud, e come tutti i Sud del mondo, è luogo dove un tempo si è lottato per vincere le ingiustizie, e dove bisogna continuare a lottare se non ci si vuole arrendere alla legge di chi detta legge. Quei giovani, con i loro nomi e con la loro morte, rimarranno vivi se sapremo prenderli ad esempio di un modo di stare nel mondo: un modo che è consapevole innanzi tutto che si ha il dovere di lottare per conquistare ciò che ci spetta. Ci sarà sempre qualcuno che avrà inter