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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

La (non) libertà di voto nel meridione d’Italia

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Carlo Levi, Lucania 61 (part.) di Tommaso Greco * Ho ritrovato due pagine dattiloscritte risalenti al 1987/88, quando mi ero iscritto all’Università e avevo iniziato a frequentare le lezioni di Diritto costituzionale. L’analisi — semplice e diretta — che vi è svolta non mi pare invecchiata, né (ahinoi) superata. Sono cambiate alcune condizioni relative al sistema elettorale; ma non è cambiato il meccanismo fondamentale che porta una grandissima parte degli elettori meridionali a non poter esercitare un voto libero. Pubblico questo scritto, dunque, solo come testimonianza di un problema che perdura, e del quale occorrerà prendere coscienza prima o poi, se vorremo che il Sud, quanto meno, si apra alla speranza di un futuro pieno di speranze. L’art. 48 della nostra Costituzione garantisce la libertà di voto e, in connessione con questa, come suo presupposto necessario, la segretezza del voto stesso. Purtroppo non sempre il segreto dell’urna è suffici

Ritratti. La sedia di zio Cataldo

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Zio Cataldo lo trovavi all’angolo della strada, seduto al contrario sulla sua sedia impagliata.   Quando ti siedi così in faccia alla gente non vuoi semplicemente   guardare chi passa, vuoi chiaramente intavolare un discorso. Con le braccia sulla spalliera lui infatti salutava i passanti, alcuni li chiamava con la voce squillante. Ora quell’angolo di strada è rimasto vuoto come tanti; ci si passa davanti senza più fermarsi; da lì non giunge più il suono di un sorriso generoso. Nessuno riempie i vuoti lasciati da chi ha occupato gli spazi, abitandoli con la sua fissa presenza. Forse bisognava lasciare almeno la sedia appoggiata a quel muro, con la spalliera girata sul davanti: anche i muri si abituano alla compagnia di una persona gentile, ne soffrono l’assenza.

Per aiutare Flavio Stasi, ognuno riscopra i propri doveri

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La vittoria di Flavio Stasi nel ballottaggio dello scorso 9 giugno è un evento storico che va ben al di là del fatto che si è trattato delle prime elezioni  del Comune unico di Corigliano-Rossano. E' un fatto storico perché ci dice che la Calabria -- persino la Calabria -- è pronta per darsi finalmente una classe dirigente nuova, che sia all'altezza delle difficoltà che essa deve affrontare. Una classe dirigente che si è formata nelle lotte sul territorio, coinvolgendo i cittadini in un percorso di crescita e consapevolezza; che non ha le mani legate dalle clientele e che -- ed è forse la cosa più importante -- non acquisisce il consenso attraverso quegli strumenti (promesse, minacce grandi e piccole, ricatti di vario genere) che, da sempre, tengono bloccate le energie delle nostre comunità invece di liberarle. E' una novità enorme, una occasione che non possiamo permetterci di non cogliere.  Per quanto un gruppo dirigente possa fare miracoli, se porta lo