Natale in paese
"...e arriverà Natale, anche quest'anno arriverà.
Nei piccoli paesi - come il mio - il Natale si aspetta,
soprattutto, perché ritornano i parenti che per motivo di studio o di lavoro
sono stati costretti a spostarsi verso il nord.
Ritornando loro ritorna la gente, si ripopola il paese, c'è
movimento, si ritrovano gli amici, le famiglie si ricompongono.
Almeno un tempo era così, forse oggi un po' meno... il paese
non si ripopola come prima, chi lavora non ritorna, gli amici escono di rado.
Il destino di un paese è anche questo: restare solo con i
propri ricordi scritti tra le case diroccate, i vicoli poco illuminati, le luci
ad intermittenza che non si accendono più.
Si è modernizzato anche il Natale, le novene sono poco
frequentate, gli alberi in mezzo alle piazze sono di acciaio tempestati di led
(per fortuna nel mio paese c'è un pino piantato proprio in piazza che viene
utilizzato per essere illuminato a festa) e il fuoco, sempre in piazza, viene
preparato giorno 24 dicembre, quando nel pomeriggio un camion scarica della legna,
comprata o offerta, che poi la sera viene accesa. Almeno questa tradizione
ancora resta, però...
però un tempo, quando io ero piccolo, la legna per il fuoco
di Natale veniva offerta dagli abitanti del paese. Qualche settimana prima di
Natale un gruppo di persone, in genere ragazzi, faceva il giro delle famiglie
per chiedere la legna per "Gesù Bambino" e si offriva una certa
quantità di legna che veniva accumulata in piazza e la sera di Natale veniva
accesa dopo l'uscita della novena. Ricordo che mia madre, quando si sistemava
la legna dopo la potatura, che avveniva dopo il mese di marzo, metteva già da
parte la quantità e la pezzatura della legna destinata al fuoco di Natale e ci
diceva: " questa poi la regaliamo "a ru bomminellu"".
Era un modo per partecipare, per prepararci e per
condividere questa festa così bella e ricca di emozioni.
E con questo ricordo vi auguro Buon Natale.
Sergio Caruso
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