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Non la furbizia, ma solo una buona politica salverà il “mondo a parte” dell’Italia interna

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Tommaso Greco 1. Bisogna essere grati al regista Riccardo Milani per aver realizzato un film come Un mondo a parte . Un film sui paesi a rischio di abbandono, su quell’Italia minore — che sarebbe in realtà maggioritaria, almeno sul piano dell’estensione territoriale — di cui nessuno si occupa davvero, se non a parole. Basterebbe vedere le risorse destinate e spese per una sola metropoli, e confrontarle con quelle analoghe destinate e spese per tutti i paesini dell’Italia interna messi insieme, per averne conferma. Basterebbe, per dirne un’altra, andare a vedere quanto è stato speso per garantire i collegamenti tra le principali città italiane che si trovano lungo la linea TAV, e poi fare un confronto con quanto è stato speso per i collegamenti di tutto il resto d’Italia, per vedere concretamente quanto — in perfetta coerenza con il “principio TAV” — ciò che non si trovi lungo la linea del ‘progresso’ (che è anche via del privilegio) venga lasciato morire senza tanti scrupoli.  D’altra

NON E' DELITTO PARLARE DEL "DELITTO DEL CIMITERO"

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di Tommaso Greco 1. Esattamente due anni fa, il 21 luglio del 2021 , l’amministrazione comunale del mio paese — Caloveto (Calabria) — fece tagliare, senza alcun preavviso, tutti i secolari cipressi del cimitero.  2. Il 25 luglio pubblicai un articolo sul blog “Laboratorio Camenzind”, intitolandolo Il delitto del cimitero nel quale criticavo l'operato dell'amministrazione.  Lo si può leggere a questo indirizzo:  Il delitto del cimitero 3. Il 20 agosto , insieme ad alcuni amici e compaesani, abbiamo organizzato una ma-nifestazione nel cimitero, alla quale, a causa del clima di paura e di intimidazione che si respira nel paese, hanno partecipato pochi coraggiosi residenti, e diversi calovetesi residenti altrove. In quella occasione abbiamo ascoltato alcune testimonianze e letto questo testo: Lettera ai cipressi 4. In una conferenza stampa “di metà mandato”, il 10 ottobre 2021 , il sindaco del paese, l’agente della polizia di stato Umberto Mazza, annuncia di avermi querelato s

Mezzogiorno a Caloveto

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di Angela Greco AnGre “[…] dove comincia la città?  Dove finisce la città dove cominci tu?”  (Nazim Hikmet)  Di ritorno da Le Castella, direzione Taranto, attraversando l'abitato di Mirto ritrovo quel cartello dell'andata, Caloveto, il paese di Tommaso. C'ero passata molte volte lungo quel tratto della SS106 Jonica, ma se non avessi ascoltato la presentazione del suo libro, letto qualcosa su di lui e guardato qualche foto sul suo profilo social, non avrei mai seguito quella strada.  Inizia la salita: l'alveo sconfinato di un fiume un tempo generoso e oggi ridotto a guardiano silenzioso della valle, boschi di eucalipti, fiori selvatici, colline e colline, salite e curve fino al fatidico cartello di benvenuto. Appena oltre la linea spezzata delle montagne, lo Jonio si lasciava ammirare anche con la foschia di quella mattina. Lo avevo visto proprio in una foto scintillare azzurro in lontananza alle spalle della terra ed era stata anche quell’immagine a portarmi a Caloveto,

Per Pino

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di Sophie Arnaud Deromedi Pino Straface nel suo ristorante a Monaco-Montecarlo Paul Bocuse disse:  “ Non c'è buona cucina se all'inizio non è fatta di amicizia per colui a cui è destinata ” . E l'amicizia con Pino era ovunque. Pino è stato amore ben cotto, con il giusto condimento e i giusti prodotti. Mai troppo, mai abbastanza, la giusta razione di amicizia come diceva lui. "Sophie, è giusto o no? ”   Tutti amavano Pino. Non conosco una sola persona che possa dire che Pino non gli piaceva; non era possibile fare altrimenti.  Alain Ducasse gli disse:  “ Penso che siamo mercanti di felicità, mercanti di piacere. Penso che una sorta di generosità sia essenziale quando sei un cuoco, devi essere generoso. È necessario dare e condividere”. Sono andata alla ricerca di frasi di grandi chef... Per quale motivo? Perché tutti sanno, a Monaco, che Pino aveva molto talento. E anche perché del grande chef aveva l'anima.  Ketty ha suonerie telefoniche diverse per ognuno di noi

Il pensiero ‘meridiano’ di un Maestro del diritto

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di Tommaso Greco Testo della relazione introduttiva alla 'Lectio' del Presidente Paolo Grossi. Biblioteca del Tribunale di Cosenza, 18 ottobre 2018  § 1. Sono qui, innanzi tutto, a ringraziarVi di avermi concesso l’onore di prendere parte a questa giornata di studi, che — ne sono certo — sarà memorabile. Sarà memorabile, come non può non essere quando i cultori e gli operatori del diritto si riuniscono per ascoltare un Maestro del pensiero giuridico.  Un Maestro, che dalla Cattedra di Storia del diritto ha portato una linfa vivificante nella cultura giuridica, non solo italiana, il cui valore è stato giustamente riconosciuto dalle più alte istituzioni della Repubblica, prima con la nomina a Giudice della Corte Costituzionale da parte del Presidente Napolitano, poi con l’elezione a Presidente di quel supremo consesso. Un Maestro, lasciatemelo dire, riconosciuto tale non solo da studiosi sparsi in tutto il mondo, ma innanzi tutto dagli studenti che lo hanno amato nei lunghi anni

I cipressi di San Gimignano

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I CIPRESSI DI SAN GIMIGNANO  A San Gimignano, oggi  ovunque mi girassi  con lo sguardo tutt’intorno  incontravo dei cipressi.   Un numero infinito  diritti verso il cielo  mostravano fieramente  il loro bel profilo.  “Ma guarda questi”  — ho subito pensato —  “Chissà quanti danni  hanno di certo causato”.  Terra smossa  case e tombe rotte,  radici dovunque,  persino nella botte.  “E perché mai, allora  ovunque hai turisti?  Cosa vengono a vedere  in questi posti tristi?”  “Ma quali danni,  quale terra smossa!”  mi dice una vocina  dandomi una scossa.  Quei cipressi maestosi  son qui da mille anni  portano luce e ricchezza;  altro che danni!  Abbelliscono il paesaggio  lo rendono come un fiore  fanno sì che chi guarda  si senta persino migliore.  Fanno compagnia alle case  di questa città gloriosa  conservate lungo i secoli  come cosa preziosa.  “Osserva bene”  mi dice la vocina  “paese e paesaggio  son cose assai vicine”.  “Conservando l’uno  anche l’altro si rafforza;  la cura si muov

LETTERA AI CIPRESSI

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Cari Cipressi,  che fino a ieri avete accompagnato  le visite ai nostri cari  qui nel cimitero di Caloveto  che avete da sempre disegnato ai nostri occhi  il profilo di questa collina  dove venivamo a cercare la speranza  e la comunione con i nostri morti  che per duecento anni  avete tenuto compagnia ai defunti  con le vostre chiome ondeggianti al vento  e con il canto degli uccelli che popolavano le vostre fronde  che davate riparo e refrigerio  a chi entrava in questo luogo  offrendo il fresco della vostra ombra  in ogni giorno dell’anno  Siamo qui per chiedervi Scusa   Scusa per non avervi saputo difendere  dalla furia distruttrice di chi è venuto  senza preavviso a sradicarvi  Scusa per non aver saputo trovare il modo  di far comprendere quanto eravate preziosi  per noi e per i nostri cari  Scusa perché ci è mancata l’attenzione giusta  per far sì che voi poteste continuare a indicarci il cielo,  invitandoci a superare le miserie umane  Scusa per aver permesso che con il vostro