Mirto e la memoria fotografica




Il 23 dicembre, alle 17.30, al PalaTeatro "G. Carrisi" di Mirto, verrà presentato il libro "Mirto - Scatti della memoria". Promosso dall'Associazione Culturale "Social" presieduta da Pierpaolo Cetera, il libro si preannuncia come una testimonianza preziosa sulla nascita e lo sviluppo di una comunità, alla cui formazione hanno partecipato uomini e donne provenienti dai paesi collinari che ancora fanno da corona all'abitato di Mirto.
Arricchisce il volume la prefazione di Lou Palanca, il collettivo calabrese autore del bellissimo e fortunato romanzo Ti ho vista che ridevi (Rubbettino, 2015), di cui abbiamo già parlato in questo Laboratorio (qui).
Pubblichiamo uno stralcio della prefazione, ringraziando per la gentile concessione sia Lou Palanca, sia i curatori del volume fotografico, Pierpaolo Cetera e Bruno Alvaro.
In fondo, trovate il programma della presentazione, cui partecipano diversi amici del Laboratorio.


Non siamo mai stati a Mirto. Come non siamo mai stati in tanti dei paesini calabresi che si stendono lungo le colline, che si arrampicano sulle montagne, che puntellano le coste di questa terra.
Non conosciamo le strettoie di Mirto, non sappiamo immaginarne la piazza, le viuzze, gli scorci. Ma sappiamo che da quelle strettoie e da quelle viuzze sono passate delle storie. (...) A volte, quelle vite, restano fotografie, incontri, trasmissione di ricordi, altre volte diventano racconti, libri, parole. (...)
L’esercizio della memoria è essenziale per mantenere il legame sociale delle comunità o, addirittura. per definirle. La consistente raccolta di scatti fotografici che descrivono Mirto attraverso i luoghi e le case, i volti e gli sguardi, gli abiti e le pettinature, le macchine e le strade sono l’esempio di una buona pratica del ricordo, sono materiale prezioso per futuri cercatori d’oro. In quelle immagini vediamo il lavoro, la festa, lo sport, fermiamo per un attimo nel tempo i giovani e gli anziani delle famiglie che dello sviluppo di quella comunità sono stati, ciascuno a suo modo, protagonisti.
Sono immagini uniche, perché appartengono a un pezzo preciso della terra calabrese, che poi l’autostrada portò rapidamente vicino al resto del mondo globalizzato. Eppure quel bianco e nero moltiplica il tempo e annulla lo spazio, ci scaraventa addosso tutta la storia di quegli anni (...)
Sono scatti in cui si leggono la voglia di vivere e di crescere, le speranze e le attese di vite collocate a cavallo di un tempo che passa sempre più velocemente, proprio come il treno, che costeggiando lo Jonio richiamò gli abitanti dalle colline alle marine. Sono scatti della memoria, che raccontano con delicatezza la storia di Mirto e cullano il nostro bisogno di memoria.

Lou Palanca



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