LETTERA AI CIPRESSI




Cari Cipressi, 

che fino a ieri avete accompagnato 
le visite ai nostri cari 
qui nel cimitero di Caloveto 

che avete da sempre disegnato ai nostri occhi 
il profilo di questa collina 
dove venivamo a cercare la speranza 
e la comunione con i nostri morti 

che per duecento anni 
avete tenuto compagnia ai defunti 
con le vostre chiome ondeggianti al vento 
e con il canto degli uccelli che popolavano le vostre fronde 

che davate riparo e refrigerio 
a chi entrava in questo luogo 
offrendo il fresco della vostra ombra 
in ogni giorno dell’anno 

Siamo qui per chiedervi Scusa 

Scusa per non avervi saputo difendere 
dalla furia distruttrice di chi è venuto 
senza preavviso a sradicarvi 

Scusa per non aver saputo trovare il modo 
di far comprendere quanto eravate preziosi 
per noi e per i nostri cari 

Scusa perché ci è mancata l’attenzione giusta 
per far sì che voi poteste continuare a indicarci il cielo, 
invitandoci a superare le miserie umane 

Scusa per aver permesso che con il vostro sacrificio 
venisse inferta una ferita profonda alla nostra comunità, 
alla nostra memoria, alla nostra coscienza individuale e collettiva. 

Siamo qui a piangere voi insieme ai nostri morti, 
ad esprimere compassione e dolore. 
Siamo qui, per la prima volta senza di voi, 
in questo posto a noi familiare 
che non sarà più il posto che abbiamo conosciuto 
fin da quando eravamo bambini. 

La ferita che portiamo si farà sentire 
ogni volta che varcheremo questo cancello. 

Mancherete a noi, ma ancor di più 
mancherete ai nostri morti 
che erano abituati alla vostra compagnia, 
alla vostra voce, ai vostri colori. 
Erano abituati alla vostra rassicurante presenza. 
Anche a loro, ai nostri morti, dobbiamo chiedere scusa. 

Mancherete a questo luogo, 
che appare ora deturpato e nudo. 

Ognuno di noi qui porta la sua ferita 
e vorrebbe abbracciarvi se fosse possibile. 
Possiamo invece solo pregare 
e sperare che troviate la pace insieme ai nostri cari. 

Ho detto che siamo qui con le nostre ferite 
ma siamo qui anche 
con il nostro bisogno di giustizia 
Giustizia per i morti 
Giustizia per gli alberi che custodivano i morti. 

La vostra immagine ci accompagnerà 
per il resto dei nostri giorni. 
Ogni volta che vedremo un cipresso 
penseremo ai cipressi del cimitero di Caloveto 
abbattuti senza che avessero commesso alcuna colpa 
in un giorno di fine luglio dell’anno 2021.






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