MAROCCO
Lungo le strade del Marocco ho visto una creatura di sabbia e pietre, su cui le donne si muovono leggere, portando i loro fardelli, avvolte nei veli colorati. Silenziose si scostano dagli uomini che affollano i mercati o che all'ombra aspettano il muezzin che proclami l'ora della preghiera. Solo i ragazzi sorridono mentre tornano dalla scuola piroettando sulla bicicletta o camminando senza fretta lungo il ciglio della strada. Mi accorgo di aver già vissuto il Marocco nel grido degli ambulanti che giravano il paese carichi di tappeti, e ancor più nella mia gente: accompagnando mia madre al fiume dove lavava le coperte e poi le stendeva al sole sulle pietre; andando incontro agli asini su cui uomini cotti dalla fatica tornavano al focolare nell'ora del tramonto; negli operai sulle 'nnajte di tavola, che costruivano le case coi blocchetti di cemento. Non è lontano, per me, il Marocco. Nelle sue facce olivastre, nelle sue attese operose, nei vicoli stretti tra l