Ma Dio dov’è?


Crocifisso ligneo - Chiesa di San Giovanni Calybita (Caloveto)


di Sergio Caruso


In questi giorni di forte preoccupazione, dolore e paura, la domanda prevalente è:
«Ma Dio dov'è? Perché non ferma questa pandemia? Non sta ascoltando le nostre preghiere? Perché permette tutto questo dolore, queste morti?».
E, proprio in questo periodo, abbiamo ripercorso i riti della Settimana Santa. In solitudine, certo, ma non per questo meno importanti o meno significativi. Fra le varie fasi della Passione di Cristo, ci rendiamo conto che si arriva proprio a quella, forse, più attuale: Gesù viene crocifisso.
Allora come ora, Dio sembra non essere presente. Permette questo flagello. Anche a Gesù viene chiesto di salvarsi, anzi...
«Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla Croce!». E ancora: «ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuole bene. Ha detto infatti: sono Figlio di Dio!».
Anche in questo caso ci si chiede se Dio ci sia o non esista.
Forse in questo momento la risposta migliore potremmo trovarla in Dostoevskij:
«Tu non discendesti dalla croce quando ti si gridava: Discendi dalla croce e crederemo che sei Tu! Perché una volta di più non volesti asservire l'uomo. Avevi bisogno di un amore libero e non di servili entusiasmi, avevi sete di fede libera, non fondata sul prodigio».
Evidentemente la fede — rispetto a quella che la nostra convenienza vuole attribuirgli — ha altre spiegazioni. Altri percorsi. Altri significati.

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