CALOVETO

Caloveto - Largo Notar Passavanti (© Tommaso Greco 2013)

di Padre Vincenzo Cosenza

Seduto
sul gradino
della porta di casa mia
respiro
la vita
che “Largo Notar Passavanti”
sussurra
con le pietre dei vecchi muri
e anche con le nuove
che non sanno del passato.
Ognuna di loro
mi racconta
un volto
una voce
un sorriso:
mi ricorda
la serena filatura della lana
e lo sferruzzare
veloce e preciso
delle vicine
e della mamma
intente a realizzare
senza pensare
calze, maglie, maglioni:
una fabbrica manifatturiera
che canta vita e affetti
in ogni angolo
di quel minuscolo spazio
del mio vicinato.
Sento le voci
vedo i volti di quelle presenze
e ognuna occupa il suo posto:
di ciascuna figura
pennellate di colori
che il tempo non ha cancellato
dal mio intimo più profondo.
E le pietre sono là
su quei muri che mi parlano
e aspettano ogni giorno
una nuova alba
a cui raccontare
quella passata
svegliata dal tintinnio delle campane
che sanno dirti se l’evento
è triste o lieto,
se ti invita alla messa
o all’Ave Maria della sera.
Sono là
e sogno
e parlo, animatamente, con le mura,
col sorriso di primavera
che lo Jonio ci invia
lungo il Trionto.
Per la festa di San Giovanni
vado in piazza.
Cosa non hanno fatto i boari
per rendere scintillante questo luogo
e questo tempo
e i folletti che gli danzano attorno
impazziti di gioia!
Enormi tronchi
oltre l’immaginario
illuminano e riscaldano
i volti dei calovetesi, piccoli e grandi,
ppe’ra gloria e San Giuvanni”.
Dialoghi secolari
che si rinnovano
ogni qualvolta
un figlio di questa terra
apre gli occhi e il cuore
ad ascoltare
il sussurro che il tempo gli trasmette,
quello del suo umile, caldo, significativo
borgo presilano
che si racconta a quanti qui
in qualsiasi casa siano nati:
“al Pedale o “ara Carnara”;
“all’Acqua Nova” o “aru Cevuzu”;
“alla Piazza” o “aru Pontino”.
Non spegniamo
la voce del paese
e passando per i suoi vicoli
e “vinelluzze”
ascoltiamola,
amiamola: è la voce materna
che abbiamo udito
prima ancor di nascere.

Commenti

  1. Un sunto più che poetico, capace di riportare in quei luoghi come se prendesse per mano...

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